La ceramica ora rivede rosa

La Gazzetta di Modena 5/12/97 pag.23

Assopiastrelle e Prometeia hanno presentato ieri l'analisi di bilancio del settore
Produzione e vendite salgono in Italia e all'estero


Abituati a tessere di anno in anno le lodi dell'industria italiana della ceramica, nel tradizionale incontro di fine anno presso l'Assopiastrelle in cui si commentano i fatturati delle aziende e si fanno le analisi per il futuro, ci si e' trovati per la prima volta a commentare un segno negativo nell'andamento del risultato d'esercizio. Non accadeva da almeno 12 anni, e' successo nel 1996. Si tratta di un -0,3% che accomuna il dato campione delle imprese con meno di 50 miliardi di fatturato. Quello che emerge invece con certezza dalle indagini presentate da Popolare Emilia Romagna e da Prometeia e' che se la crisi e' superata non ci saranno piu' "bienni d'oro". Un periodo come quello fra il 1994 e il 1995, con aziende ceramiche che presentavano una redditivita' fino al 18% non potra' ripetersi, per la contrazione ormai consolidata dai mercati europei, per l'impossibilita in futuro di svalutazioni della lira come quella che nel biennio citato fece la fortuna delle piastrelle, impossibile con l'introduzione della moneta unica. D'ora in poi, pare di capire, le crisi saranno piu' contenute (questa e' durata meno di due anni, e si dice che sia gia' finita) e i progressi successivi non avranno crescita esponenziale, come in passato. La ceramica dovra' rimboccarsi ulteriormente le maniche, fare conti con utili piu' contenuti e costi in incremento costante, con una concorrenza ormai alla pari con altri produttori. Fanno riflettere le parole del responsabile del settore statistiche di Assopiastrelle, nonche' presidente della Cooperativa di Imola, Giampietro Mondini: "I magazzini degli spagnoli si erano gia' svuotati durante l'estate, quando da noi si cominciava solo a parlare di ripresa. La conversione di molti al gres porcellanato, ancora di salvataggio nella crisi, ha portato a una deleteria concorrenza fra imprese italiane, basata su abbattimento dei prezzi di vendita. Un sistema che non ci portera' molto avanti, bisogna prima essere in competizione, solo dopo si puo' essere in concorrenza". Secondo Mondini le strategie future si devono basare su due elementi: volume e valore. Il volume e' quello di produzione, che se adeguato consente di ridurre i costi unitari di produzione. "Chiaro - ha precisato Mondini - che poi si tratta di collocare la produzione in piu' sui nuovi mercati, cui va prestata piu' attenzione". Il valore e' quello da attribuire al prodotto made in Italy, ma anche quello da mantenere nella differenza fra costi di produzione e prezzo di realizzo, che non puo' essere abbattuto oltre i limiti". Per i produttori di piastrelle diventa essenziale d'ora in poi conoscere meglio nuove aree in cui esportare. Non si e' discostato molto da questa analisi Luigi Bidoia, che per Prometeia ha tracciato il futuro del settore: "La crisi - ha detto - sembra superata. Gia' in questo 1997 la produzione ha ripreso a crescere, i flussi di esportazioni sono in incremento (vanno molto bene il mercato americano e i paesi dell'est) e aumentano le vendite anche in Italia. L'attivita' edilizia su abitazioni nuove calera', ma sara' piu' che bilanciata dagli aumenti di ristrutturazione. Eppure per il futuro ne' la produzione ne' soprattutto le condizioni di redditivita' torneranno sui livelli di inizio anni '90". Secondo Bidoia e' giusta la strategia gia' adottata dalle aziende: forte innovazione di prodotto e maggiore attenzione alle politiche commerciali. Dall'altra parte pero' ci sono i costi, che nel 1997 non saranno bilanciati dai margini sulle vendite.



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