Il "Distretto" si aggiorna
Il Resto del Carlino 28/9/97 pag.mo/7
Ceramica/ parla il nuovo presidente di Assopiastrelle.
Vigilia di Cersaie: fase d'uscita dalla congiuntura, innovazione, organizzazione.
SASSUOLO - L'autunno porta con se', per la quindicesima volta, il Cersaie, una manifestazione che segna le trasformazioni in atto nell'industria ceramica e dell'arredobagno un fondamentale momento di confronto con le potenzialita' di un mercato internazionale sempre piu' segnato da scelte di politica economica. L'edizione che si aprira' martedi' prossimo segna anche il "debutto" di Angelo Borelli nell'incarico di nuovo Presidente di Assopiastrelle. Come i suoi predecessori, due giorni prima dell'inaugurazione, ha accettato di rispondere ad alcune domande sullo stato di salute del settore, sulla fiera e sul distretto ceramico. Presidente, dopo un inizio difficile sembra che il 1997 si stia chiudendo favorevolmente per l'industria delle piastrelle in ceramica. "Vediamo i primi segnali di ripresa grazie all'export, aumentato del 6-7%. La prosecuzione delle buone performance negli Stati Uniti e nei paesi dell'Europa Orientale ed i segnali di ripresa in Germania e Francia ci fanno affermare che la stasi del 1996 e' ormai alle spalle. Per quanto riguarda l'Italia, il Governo ha promesso di inserire gia' nella Finanziaria gli incentivi alle ristrutturazioni, sollecitati piu' volte da Assopiastrelle: questo dovrebbe consentire di ravvivare il mercato italiano". Cosa troveranno i visitatori tra i padiglioni della fiera? "Fiducia e molte certezze. Fiducia nella ripresa dei diversi mercati, che e' la migliore medicina a tutti i mali, e certezze dai nostri prodotti: per le loro caratteristiche, per l'eccellente livello qualitativo, per il loro moderno design, ma soprattutto per la grande versatilita' di questo prodotto industriale in grado di rispondere alle piu' ampie esigenze, sia dell'edilizia residenziale che commerciale". Come cambia il modo di competere alla luce della globalizzazione dei mercati? "La globalizzazione dei mercati e', contemporaneamente, un rischio - per chi attende gli eventi - ed una opportunita per chi e' in grado di capire e muoversi velocemente nella direzione giusta. Credo che la concentrazione della produzione italiana in distretti industriali sia per noi un punto di forza". In un mondo piu' piccolo ed interconnesso, lei ritiene che i distretti siano ancora fondamentali? "Si. L'80% della produzione italiana e' localizzata nell'area di Sassuolo-Scandiano, una percentuale che cresce se consideriamo anche i poli di Imola-Faenza, in Toscana e nel Veneto. Anche all'estero le piastrelle si producono prevalentemente in distretti: si pensi a Castellon de la Plana in Spagna, allo stato di Santa Caterina e di San Paolo in Brasile, a Foshan in Cina. Un discorso che vale anche per il Giappone, la Corea o la Turchia: evidentemente le opportunita' competitive del distretto sono percepite vincenti anche da altre culture industriali". Lunga vita al distretto, dunque?. "La forma del distretto e' e rimarra' centrale, anche se avra' caratteristiche diverse. Trent'anni fa Sassuolo era un insieme di imprese che avevano frammentato il processo produttivo: si pensi, ad esempio, alle imprese di biscotto e alle smalterie. Oggi la centralita' dell'azienda ha trasformato il distretto in una area a domanda concentrata, molto specialistica e soprattutto in grado di creare le "reti lunghe": oggi io posso entrare in un ufficio di Sassuolo, Fiorano o Castellarano ed acquistare argille Australiane, software statunitense, o un servizio di trasporti da una ditta dell'Europa orientale. Questa realta' si sviluppera' ulteriormente nel futuro". Presidente Borelli, quali i vincoli e quali i punti di forza lungo la strada della "modernizzazione"? "Vedo essenzialmente un unico vincolo, anche se dai molti volti, e tanti elementi di forza. Il vincolo vero si chiama infrastruttura: di tipo trasportistico - si pensi ai collegamenti stradali e ferroviari -; di tipo burocratico - in Italia esistono 150 mila leggi, in Germania 30 mila -; di tipo politico - amministrativo; la diplomazia in Germania e Francia e' soprattutto di tipo economico, la nostra e' ancora politica, anche se noto alcuni segnali di cambiamento. Le frecce al nostro arco si chiamano innovazione tecnologica di prodotto e di processo, made in Italy, nuove destinazioni d'uso del prodotto ceramico, qualita' del servizio pre e post vendita, promozione sui mercati internazionali. In futuro la competizione sara' ancora piu' dura, anche se, ne sono certo, ci vedra' ancora una volta prevalere".
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