Cersaie/ I riflettori sono tutti puntati sul porcellanato
Il Resto del Carlino 26/9/97 pag.mo/7
SOLIGNANO - Giuseppe Pozzi e' il giovane direttore generale del gruppo ceramiche Gambarelli: fa parte del consiglio direttivo di Assopiastrelle e del comitato regionale della Confindustria. L'azienda conta duecento dipendenti che operano in tre stabilimenti e fattura circa 50 miliardi l'anno. Negli ultimi tempi ha puntato molto sulla produzione del porcellanato. Allora ingegnere, questo porcellanato oggi sembra il toccasana. "Noi crediamo molto in questo tipo di materiale. Sta un po' succedendo quello che abbiamo gia' visto negli anni '70 e a meta' degli anni '80, quando si passo' dalla bicottura alla monocottura e quindi dalla monocottura rossa a quella bianca. Sono questi momenti di forte crescita sul piano della qualita' per l'intero settore. Il porcellanato all'origine si era creato una piccola nicchia di mercato, aeroporti, grandi magazzini, supermercati; ora c'e' una richiesta molto piu' ampia che impone un aumento della produzione. Questo prodotto non e' solo quello esclusivo per l'architettura; si e' affiancato quello smaltato, che piace molto alla clientela". Proviamo a fornire qualche numero. "Nel 1994 si producevano 210 milioni di metri quadrati di monocottura e 64 milioni di porcellanato; due anni dopo la mono e' salita a 223 milioni e il porcellanato a 100 milioni di metri quadrati; i primi sei mesi di quest'anno registrano il primo calo nella produzione di monocottura (-11%) e un aumento del porcellanato nella misura del 13%". Si diceva di vendite in crescita. "Stiamo registrando un fenomeno importante: e' il cliente sempre piu' attento e preparato che vuole materiali di grande qualita'. E il porcellanato risponde bene a queste esigenze per le sue qualita' estetiche e le sue proprieta' di resistenza all'usura, all'abrasione al gelo". Cosa comporta per le aziende iniziare questo tipo di produzione? "La riconversione e' costosissima e gli istituti di credito in questo periodo non sono certo di manica larga. C'e' chi ha spazio e si puo' permettere di destinare interi fabbricati al nuovo prodotto e chi deve farlo convivere con la vecchia produzione che, tuttavia non deve essere abbandonata completamente. L'azienda, dovra' sempre avere prodotti diversificati per i diversi tipi di mercato. Certo e' che le imprese piu' piccole o mal organizzate avranno molte difficolta' a riconvertirsi, molte saranno chiuse o assorbite dai grandi gruppi". Cosa vedremo al Cersaie? "Molto porcellanato italiano". Non temete i concorrenti? "Su questo prodotto siamo abbastanza tranquilli. La Spagna e' forte sui rivestimenti ma non ha ancora le materie prime e l'esperienza produttiva per batterci su questo terreno.
torna all'indice