Gozzi (Filcea): "Piastrelle? Andiamoci piano a parlare di crisi"

Il Resto del Carlino 11/9/97 pag.mo/7

Economia/ Secondo la sindacalista esiste un problema occupazionale ma le prospettive di mercato sono incoraggianti.


SASSUOLO - Luci ed ombre sulla piastrella anche se non bisogna farsi prendere dal solito vezzo di lamentarsi sull'andamento della ceramica. Il sindacato getta acqua sul fuoco e, dal suo punto di vista, da' una lettura tutto sommato positiva sul settore in questo momento. Manuela Gozzi e' la segretaria provinciale della Filcea Cgil e non ci sta ad aggiungere la sua voce al coro delle cassandre che puntualmente prefigurano scenari di sventura. "Intendiamoci, attacca, non e' tutto rose e viole ma stiamo registrando segnali positivi alla riapertura delle fabbriche dopo la pausa estiva. Tutti hanno ripreso il lavoro e non si contano fermate sulle linee di produzione; non c'e' stato ricorso alla cassa integrazione e neppure agli ammortizzatori sociali. Le aziende hanno investito molto sul gres porcellanato e gia' al prossimo Cersaie si presenteranno con questo prodotto: e' quindi prevedibile che gia' dal 1998 assisteremo a nuove ristrutturazioni che comporteranno investimenti all'interno delle fabbriche. Se escludiamo qualche situazione nel reggiano possiamo quindi dire che non ci sono elementi di particolare preoccupazione sul fronte della tenuta delle aziende. Insomma, all'orizzonte non c'e' un'altra Atlantic Zenith".
In altre parole la storia si ripete: chi ha adeguato i propri impianti investendo saggiamente e adeguando la produzione alle nuove tendenze del
mercato, puo' fornire sonni tranquilli. A questo si aggiunge la pur timida ripresa economica nel paese e dall'Assopiastrelle si salutano con favore gli incentivi decretati dal governo per le ristrutturazioni edilizie. Le piastrelle rispondono sempre di piu' ai gusti degli italiani (lo sottolineava su queste stesse colonne il presidente del Codac Cavagnari) e riconquistare il nostro mercato e' davvero importante, soprattutto a fronte delle difficolta' che si registrano sulle piazze europee e mondiali. Ma si diceva anche di ombre sulla ceramica. La prima e' quella dell'occupazione. "E' vero che non c'e' calo di occupati per crisi aziendali, continua Manuela Gozzi, ma e' altrettanto vero che si assiste al progressivo calo degli addetti a causa di meccanismi piu' sottili. Non Ci sono piu' le sostituzioni e, di fatto, il tourn over e' bloccato: le aziende incentivano chi abbandona il posto di lavoro; si assiste ad un aumento del ricorso a consulenti esterni e stanno lievitando a dismisura lo straordinario e i carichi di lavoro. I piu' colpiti sono gli impiegati di scolarita' media e senza specializzazione. Negli uffici il lavoro straordinario e' ormai un mare incontrollato che si associa ai contratti di collaborazione continuativa". E' possibile quantificare questo fenomeno? "E' una impresa difficile per la mancanza di un vero e proprio osservatorio congiunto sul mercato del lavoro composto da amministrazioni pubbliche, sindacato e associazioni. Siamo tuttavia di fronte a numeri molto alti. Si pensi, ad esempio, che un grande gruppo nel solo mese di giugno ha interrotto il rapporto di lavoro con una trentina di impiegati". Inevitabile e' una riflessione sulle scuole della citta'. "E' evidente che le scuole sassolesi e modenesi in genere non forniscono le professionalita' necessarie alle nostre industrie. Manca dunque una formazione adeguata: nel contempo si nota la grande difficolta' alla flessibilita' sul lavoro cosi' come avvenne tra gli operai al tempo delle prime grandi ristrutturazioni".



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