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Modena Mattina 2/7/97 pag.8

Parla Angelo Borelli, 57 anni, nuovo presidente di Assopiastrelle


Angelo Borelli, 57 anni, sassolese, appassionato di musica e jogging, da un mese nuovo presidente di Assopiastrelle. E' amministratore delegato della Monocibec, gruppo che fattura 150 miliardi all'anno al quale ha dedicato gli ultimi 25 della sua vita. Membro del consiglio direttivo di Assopiastrelle e dal '93 vicepresidente con responsabilita' per le relazioni sindacali, arriva a guidare l'associazione in un momento di stagnazione del mercato. Allora, Borelli, che aria tira? Aria di crisi? Credo non si possa parlare di vera e propria crisi. Venivamo da un 'triennio d'oro' di crescita che si e' affermata, e gia' la crescita zero viene vissuta come una sconfitta. D'altra parte quando si e' abituati a crescere... Ma non e' certo un calo dell'1,5% che puo' minare la solidita' di aziende come le nostre, aziende dalle spalle robuste. Non siamo in una situazione come quella creatasi sul finire degli anni '70 quando fu richiesto un mutamento nelle tipologie produttive e ad alcune aziende non riusci' la riconversione. Di stagnazione comunque si tratta: e per tornare a crescere? Da anni chiediamo per il settore dell'edilizia, che e' quello portante per l'economia del paese, una riduzione dell'Iva dal 10 al 4 per cento. Sarebbe auspicabile anche uno snellimento burocratico. Se si rimette in moto l'edilizia gli effetti si faranno sentire anche sull'occupazione. Ma il nodo cruciale e' un altro. L'industria ceramica ha bisogno di infrastrutture adeguate. E' il sistema paese che deve funzionare. La viabilita', certo, ma anche la scuola, la formazione e quant'altro serve ad un settore moderno per affrontare un mercato globale. La Spagna, ad esempio e' un concorrente validissimo su volumi produttivi e qualita'. Ma gli spagnoli hanno un sistema paese che li assiste, mentre qui, se mi si concede una battuta, utilizziamo ancora le magnifiche strade ducali; belle, certo, ma per andarci in carrozza. Fra i grandi produttori sembra spuntare anche la Cina... Forse sono superiori dal punto di vista della quantita'; stanno diventando dei produttori fortissimi, restano comunque un mistero; sui mercati internazionali li incontriamo raramente. E nuovi mercati, ce ne sono? Certo, ci sono paesi come gli Stati Uniti dove l'uso della moquette o di altri materiali e' prevalente. Qui, ma anche altrove, esistono ancora margini di espansione. Ma oltre ai nuovi mercati, non c'e' l'esigenza di nuovi prodotti? Sicuramente bisogna investire nella ricerca sia tecnologica che di nuovi prodotti. L'introduzione sul mercato di materiali come il gres porcellanato, ad alto contenuto tecnologico, dimostra che esistono nuovi spazi per la ceramica. L'evoluzione e la ricerca di nuovi materiali e' sicuramente possibile. Imporsi sui nuovi mercati significa spostare la produzione all'estero? No. Le nostre aziende preferiscono produrre in Italia, nonostante la mano d'opera a basso costo reperibile all'estero. Ma non e' questo il punto: il problema, ripeto, e' il sistema paese, la burocrazia, le infrastrutture... Che ruolo puo' giocare Assopiastrelle nell'immediato futuro dell'economia italiana?
Il punto fondamentale e' che occorre cogliere i grandi mutamenti mondiali. E tenere unita l'associazione per affrontare il mercato della globalizzazione, di fronte al quale non e' sufficiente una grande azienda. Ma l'unita' dell'associazione e' necessaria anche per riuscire a contare di piu' nelle decisioni politiche che vengono prese nel nostro paese e che influenzano l'andamento dell'economia.



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