Nassetti, trovato l'accordo
Il Resto del Carlino 7/6/97 pag.mo/7
Forse il gruppo metalmeccanico potra' uscire dalla crisi
Entra un socio con liquidita' 'fresca'. Dipendenti: restano in 285, in mobilita' 90
SASSUOLO - Si intravede la luce alla fine del tunnel della crisi del Gruppo Nassetti Usmac. Nella notte tra giovedi' e venerdi' infatti si e' arrivati a una ipotesi di intesa che troverebbe tutti d'accordo: proprieta', organizzazioni sindacali e rappresentanti dei creditori. L'ipotesi prevede il subentro di una societa' con apporto conseguente di <>, nella condizione di superare i problemi finanziari del gruppo e di porre le premesse per il rilancio del prodotto metalmeccanico, sempre competitivo sul mercato. L'ingresso di questa finanziaria consentirebbe l'omologazione del concordato giudiziale (guidato dall'avv. Filadelfo Chirico di Milano), rilanciando gli stabilimenti del Gruppo Nassetti. Inoltre dovrebbero scomparire gli attuali 4 marchi con i quali il gruppo e' presente sul territorio, dando vita a un'unica societa' (guidata dall'imprenditore Mario Bussetti e il cui nome dovrebbe essere <>). L'ipotesi di accordo inoltre prevede il riassetto del gruppo con forti sinergie tra le attuali aziende della Nassetti Usmac, che permetterebbe di <> quasi tutto il personale in servizio (circa 285 dipendenti rimarrebbero in forza). Limitando a circa 90 dipendenti il ricorso alla mobilita'. naturalmente questa ipotesi verra' portata al vaglio dei lavoratori delle aziende presenti nel comprensorio (Oms, Sati, Usmac, Nassetti e Ttc, quest'ultima attualmente in amministrazione controllata) che si confronteranno con sindacato e proprieta'. Pare quindi avviarsi alla conclusione una delle crisi piu' scottanti del comprensorio sassolese, che ha visto scendere in campo associazioni di categoria, istituzionali, sindacato e professionisti, per il salvataggio di un gruppo industriale che ha varie aziende significative nel territorio sassolese. In sintesi la storia. In ottobre si tento' un concordato stragiudiziale che non ebbe seguito per la scarsa liquidita' e per le perplessita' delle banche. Dai primi di marzo la vicenda e' stata seguita da Franco Rabitti (Studio Azeta di Modena) e dallo Studio Caso' di Milano. Si e' individuata la strada per un ricorso alla procedura giudiziale di concordato preventivo con le premesse che bisognava tenere in piedi le aziende e con queste l'occupazione. Giovedi' si e' riusciti ad affittare le aziende al nuovo imprenditore milanese con la condizione di salvare i 295 posti di lavoro. Per i creditori si apre ora la via di un concordato giudiziale.
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