Resa dei conti al vertice Akros

Il Sole 24 ore 29/4/97 pag.28

Roveraro potrebbe rimettere una serie di deleghe nelle mani del consiglio di amministrazione. L'amministratore delegato entrerebbe nel comitato di direzione che e' composto da cinque membri.


MILANO - Il fondatore e amministratore della Akros, Gianmario Roveraro, potrebbe cambiare ruolo all'interno della societa'. E' presumibile che una decisione in questo senso sia stata gia' presa nella serata di ieri e potrebbe essere confermata oggi. In sostanza, Gianmario Roveraro lascerebbe la carica che riveste nella merchant bank di corso Italia per rivestire un altro ruolo, quello di socio della Akros pronto a entrare nell'altra stanza dei bottoni, quel comitato di direzione composto da cinque membri, di cui solo due certi: Oscar Zannoni, presidente della merchant bank, e il vice presidente Cesare Brugola, amministratore delegato della Commercial Union, il principale azionista Akros.
Ieri pomeriggio c'e' stato un incontro fra Zannoni e Roveraro per affrontare il problema delle deleghe dell'amministratore delegato, un giorno prima del consiglio di amministrazione che si terra' questo pomeriggio, salvo slittamenti dell'ultima ora. E il cda ha all'ordine del giorno proprio le deleghe a Roveraro. L'incontro fra i due principali manager della merchant bank (di cui non si hanno conferme ufficiali), si e' tenuto nel pomeriggio di ieri nell'ufficio del presidente Zannoni, e, si e' protratto per alcune ore. Il faccia a faccia era stato preparato gia' nei primi giorni della scorsa settimana, in modo da non arrivare impreparati al consiglio di amministrazione
in programma oggi. Nei giorni scorsi presidente e amministratore delegato della Akros si sono sentiti telefonicamente per mettere la parola fine a una situazione che si trascina ormai da mesi e che si e' riflessa anche sul lavoro di due diligence condotto dalla Goldman Sachs. In sostanza, Zannoni avrebbe prospettato a Roveraro la possibilita' di cedere alcune deleghe, cosi' da poter, entrare a far parte del patto di sindacato che fa capo a lui, che ha raccolto il 57% delle adesioni, e successivamente nel comitato di direzione. A questo punto, a Roveraro non rimarrebbe che lasciare un posto di potere per entrare nel club riservato dei soci Akros chiamati a prendere tutte le decisioni piu' importanti.
Roveraro da tempo e' a conoscenza delle intenzioni di Zannoni circa il suo futuro di "ex" amministratore delegato. Nelle decisioni di Roveraro un peso potrebbe averlo il fatto che il direttore generale Giovanni Pavese chiamato in Akros anni fa proprio da Roveraro, ha deciso qualche settimana fa di passare all'Universita' Bocconi. Un altro dei suoi fedelissimi in cda, Giuliano Graziosi in una delle ultime riunioni del consiglio di amministrazione ha rassegnato le dimissioni assottigliando la cordata che si riconosceva nel gruppo vicino al fondatore della Akros. Da qualche mese insomma la situazione e' cambiata, cosi' come sono cambiati i rapporti di forza all'interno della merchant bank. Adesso che e' finita la prima fase del lavoro di advisor affidato alla Goldman Sachs, che valuta la Akros 350 miliardi, i soci forti dovranno decidere cosa fare: incaricare lo stesso advisor di cercare un compratore per tutta la Akros; oppure, provare a vendere solo l'immobiliare; o ancora, vendere, e sarebbe la soluzione piu' facile, la societa' di gestione Azimut e con il ricavato risanare tutta la merchant bank. Difficile immaginare che uno scenario di questo tipo possa essere affrontato dalla Akros avendo al suo interno due anime che non sempre la pensano allo stesso modo. E' per mettere la societa' nelle condizioni decisionali migliori che Roveraro e Zannoni si sono sentiti piu' volte e ieri incontrati. Se l'uscita di scena di Roveraro dai ruoli manageriali della Akros sara' effettiva, allora si chiudera' un'epoca della finanza italiana. Akros, con tutti i problemi che ha avuto negli ultimi esercizi, puo' infatti vantare primati invidiabili, messi a segno nel giro di pochissimi anni.



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