Export il cuore batte in provincia

Il Resto del Carlino 16/4/97 pag.14

I distretti produttivi rappresentano il 37% di tutto il commercio estero.
Discreta tenuta nel '96 per tessile- abbigliamento e pelli- calzature. La meccanica al primo posto.


MILANO - Gia' lo si sapeva, ma adesso c'e' la conferma. Il cuore dell'export italiano e' in provincia, e' di dimensioni medio-piccole e 'batte' tanto forte da non lasciarsi frenare nemmeno dalla rivalutazione della lira. E' questa la conclusione cui e' arrivata l'indagine condotta dall'osservatorio congiunto ufficio studi Montedison-Centro di ricerche (Cranec) dell'Universita' Cattolica di Milano sull'export di un campione di 60 tra i principali distretti produttivi locali individuati su base provinciale e specializzati nei tipici settori del 'made in Italy', ad esempio moda, arredo casa o alimentazione mediterranea. Nel periodo gennaio-settembre 1996 le esportazioni dei maggiori distretti industriali sono state di 106.645 miliardi, con un incremento di 4.155 miliardi (piu' 4,1%) rispetto al gennaio-settembre 1995, mentre il resto del sistema economico ha realizzato un export di 180.214 miliardi (piu' 0,7%). In altre parole i sistemi locali hanno rappresentato nei primi nove mesi del 1996 oltre il 77% della crescita in valore dell'intero export italiano rispetto al corrispondente periodo del 1995, portando il loro peso nel commercio estero nazionale al 37,4% dal 34,6%. Il tutto, sottolinea la sintesi della ricerca, "a fronte di una rivalutazione media della lira del 9,3% nei confronti del marco tedesco nello stesso periodo". Secondo gli estensori della ricerca, il fatto che il rafforzamento della valuta italiana non abbia danneggiato l'export dei distretti "dimostra quanto essi costituiscano un nocciolo duro dell'economia italiana, fondando la loro forza soprattutto su fattori di competitivita' reale". TESSILE-ABBIGLIAMENTO - In lieve flessione le esportazioni del polo comasco della seta e delle aree cotoniere di Bergamo e Varese, hanno sostanzialmente tenuto le esportazioni dei poli pratese-fiorentino e trevigiano sono risultate in leggera crescita quelle del polo laniero biellese valsesiano. C'e' stato un buon incremento dell'export del settore tessile abbigliamento (8-11%) per le provincie di Vicenza, Reggio Emilia, Modena e Bergamo (anche se per queste ultime due si registra un terzo trimestre in flessione) mentre il polo mantovano (calzetteria) ha messo a segno tassi di crescita record (+31 %).
PELLI-CALZATURE - Nei primi nove mesi del 1996 buona dinamica dell'export, con incrementi del 16% per Firenze-Pistoia, intorno al 10% per il distretto marchigiano di Ascoli Piceno-Macerata e per Verona, del 4% per Vicenza, del 3,1% per Lecce-Bari e del 5,8% per Pisa-Lucca. LEGNO-MOBILIO - Buone le dinamiche esportative per la Brianza (+5%), il Pesarese (+7, 1 %) e l'area del mobile imbottito di Bari-Matera (+3,4%). MINERALI E PIASTRELLE - Meno brillanti i risultati nel settore dei minerali non metalliferi. Infatti, nel periodo gennaio-settembre '96 sono diminuite del 7% le esportazioni di piastrelle ceramiche delle province di Modena-Reggio Emilia, mentre le esportazioni di materiali lapidei del triangolo Massa Carrara-Lucca-La Spezia sono calate del 7,8%. ALIMENTARE - Buone performance sia per Cuneo che per Parma. MECCANICA - Ma e' l'area della meccanica quella in cui i sistemi produttivi locali hanno conseguito i risultati piu' significativi in termini di valore dell'export, con incrementi molto forti nei primi nove mesi del 1996 in tutte le principali province produttrici di macchine e apparecchi (+11,4% il triangolo emiliano Reggio Emilia-Modena-Bologna, +18,9% Bergamo, +22,9% Brescia, +12,6% Padova, +11,8% Milano, +9,8% Vicenza, +6,9% il polo della rubinetteria-valvolame di Novara-Vercelli-Verbania) e di prodotti in metallo (+14% Brescia +4,5% in media per Verona, Vicenza, Milano).



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