Espansione lenta e a "macchia di leopardo"

CER n°12 Gennaio e febbraio '97 pag.32

L'osservatorio economico-finanziario di Angaisa, dopo le eccellenti performance del '93 e del '94, ha confermato la frenata delle vendite. I bilanci delle imprese mostrano un appesantimento del magazzino ed una espansione delle passivita' a breve. I comportamenti nelle diverse aree Nielsen. Le prospettive nel '97.


Uno scenario che prevede volumi di vendita stabiliti o in lieve crescita, una situazione economico-finanziaria delle
imprese caratterizzata da una riduzione dei margini dovuta ad un aumento delle poste di magazzino che ha determinato
un aumento degli oneri finanziari. Per il 1997, le prospettive parlano di una forte disomogeneita' tra le diverse regioni
del Paese, pur in presenza di aree in cui i rivenditori ipotizzano una buona espansione delle proprie vendite. Sono
queste alcune delle principali evidenze emerse dagli Osservatori Economico-Finanziario e di Mercato di Angaisa,
l'associazione nazionale che riunisce i commercianti di articoli idrotermosanitari, per la climatizzazione, i pavimenti ed
i rivestimenti e l'arredobagno, presentato a Milano lo scorso mese di dicembre. I dati 1996 relativi al fatturato dei
rivenditori indipendenti aderenti ad Angaisa hanno mostrato una crescita limitata dei propri ricavi totali (+1,17%) dopo
la positiva e vigorosa espansione registratasi nel 1995 (+17,42%). La lenta crescita registrata a livello nazionale e',
scomponendo il dato, la risultante di dinamiche territoriali molto diverse: mentre le aree Nielsen 1 (+7,16%) e 2
(+2,99%) aumentano, la Nielsen 3 (-4,51%) e l'area 4 (-5,41 %) registrano rilevanti perdite, dopo la fase di espansione
che, nel 1995, ha riguardato tutte le regioni. A titolo di esempio, in grado di far apprezzare appieno il radicale
cambiamento di scenario congiunturale, vale la pena di sottolineare come in Italia nel 1995 la crescita del fatturato
complessivo fosse stata pari al 17,42%. Il margine conseguito dalle imprese commerciali appartenenti al campione
Angaisa nel 1995 e' stato pari al 21,48%, in calo sia rispetto al 1993 (22,97%) che al 1994 (21,80%): tra le cause, va
annoverata la forte concorrenzialita' tra operatori a cui si somma un contesto congiunturale caratterizzato da un basso
livello di sviluppo (+2,2% la crescita prevista nel 1997). In particolare, il calo dei ricavi nelle aree Nielsen 1, 2 e
parzialmente 3 interessa in particolare le imprese commerciali con fatturato al di sotto dei 5 miliardi, anche se non
mancano casi importanti di imprese appartenenti alla fascia superiore. Il comportamento 'virtuoso' delle imprese
distributrici, basato su una progressiva riduzione dei costi fissi mantenendo inalterato il livello dei servizi, si scontra
con un forte aumento delle immobilizzazioni materiali (+30% sul 1995), finanziarie (+50%) e del credito a breve
(+22%), oltre che con la crescita dei crediti verso clienti (+4%) e delle rimanenze finali (9%). Tutto questo ha diretti ed
evidenti riflessi sugli oneri finanziari, lievitati dal 2,80% del 1994 al 3,17% del 1995 aumentati ulteriormente al 3,50%
lo scorso anno. L'analisi degli indici dell'aggregato mostra, a fronte di nessuna variazione significativa nei ratios di efficienza dell'impresa (ROI, ROE e ROS), un netto peggioramento in quelli che analizzano la rotazione del capitale
investito, del circolante, del magazzino e degli indici finanziari (grado di leverage, durata crediti-debiti). L'Osservatoio sulle dinamiche di Mercato, mediante un campione di 150 rivenditori presenti in tutte le regioni italiane, ha analizzato
le aspettative congiunturali relative ai fatturati delle singole imprese rispetto al 1995. Il quadro che emerge, riportato
nella tabella, evidenzia una realta' altamente composita. Innanzitutto il 56,7% degli intervistati prevede una espansione delle vendite, il 18,7% una contrazione e quasi un quarto una stabilita' nel proprio fatturato per il 1996. Disaggregando il dato nazionale, e' l'area Toscana-Umbria che registra il maggior numero di casi (6) di aziende che prevedono un calo consistente ( oltre il -5%) del fatturato; sul fronte opposto sono il Triveneto (12 aziende), l'Emilia Romagna-Marche (10), la Toscana, la Lombardia ed il Piemonte-Valle d'Aosta (7 ciascuno) le aree in cui il maggior numero di aziende ipotizza forti incrementi nelle vendite. E' di interesse sottolineare i casi della Puglia, in cui tutte le intervistate, ad eccezione di una - stabile - ipotizzando tutte una forte crescita del fatturato, e della Sicilia, che registra un equilibrata ripartizione tra aziende con aspettative di crescita e di calo.





torna all'indice