Presentato il 16° "Osservatorio Previsionale per l'Industria delle Piastrelle di Ceramica"
Tile Italia 28/2/97 pag.106
Riportiamo in sintesi le conclusioni del 16° Osservatorio Previsionale per l'Industria delle Piastrelle di Ceramica, redatto da Prometeia per conto di Assopiastrelle. Un'ottima occasione per una prima analisi dei risultati del 1996 e per una valutazione delle prospettive dei prossimi anni.
- Dopo anni di forte crescita il settore delle piastrelle ha registrato una battuta d'arresto, sia sui mercati esteri che sul mercato italiano. Cio' potrebbe essere tradotto, nel 1996, in una modesta riduzione delle vendite totali (-0,5%). Se l'analisi, tuttavia, si sposta dalla dinamica ai livelli, le vendite nel 1996, pari a 540 milioni di metri quadrati, indicano risultati tutt'altro che negativi, soprattutto se comparati con i 420-430 milioni di metri quadrati venduti all'inizio degli anni '90. - Gli operatori del settore manifestano, tuttavia, una profonda insoddisfazione rispetto alla situazione attuale anche se questo atteggiamento sembra riflettere piu una delusione rispetto alle elevate aspettative che, insieme alla legge Tremonti, hanno spinto le imprese ad investire come mai avevano fatto prima, piuttosto che un giudizio "neutrale" sulla reale situazione delle vendite. - L'eccesso di offerta sta rendendo "incandescente" il contesto competitivo, spingendo alcune imprese a praticare prezzi inferiori ai costi, ed e' questo errato comportamento sulla politica dei prezzi il pericolo maggiore che il settore dovra' affrontare nei prossimi mesi per non dilapidare quelli che sono stati gli eccezionali risultati economico finanziari del triennio 1993-1995. - La flessione delle vendite complessive nel 1996 e' il risultato di una diminuzione delle vendite sul mercato interno e su quello comunitario, a fronte di ulteriori progressi nei mercati in forte sviluppo, come i paesi asiatici del Pacifico e, soprattutto, l'Europa dell'Est. - Nel mercato interno la riduzione delle vendite trova le sue determinanti in una dinamica dell'attivita' dell'edilizia abitativa in cui la ristrutturazione stenta a compensare gli effetti negativi dovuti all'inevitabile riduzione del numero di abitazioni di nuova costruzione. Anche se, quest'anno, sembra giocare un ruolo importante anche un atteggiamento estremamente prudenziale da parte della distribuzione, timorosa di acquistare anche un metro quadrato in piu' sulle vendite effettive. Comportamento che peraltro trova la sua giustificazione economica nella debolezza della domanda, ma anche nella convinzione che un ritardo negli ordini possa consentire di ottenere prezzi piu bassi. - Se le nostre valutazioni di sostanziale stabilita' negli acquisti finali di piastrelle sono corretti e se le attese di riduzione dei prezzi non troveranno riscontro in comportamenti generalizzati dei produttori, allora le politiche di acquisto "al ribasso" da parte dei distributori dovrebbero venire presto meno consentendo, gia' nel 1997, vendite sul mercato interno di nuovo in crescita. - L'attivita' in edilizia residenziale dovrebbe infatti, nei prossimi mesi, risentire positivamente della riduzione dei tassi di interesse e di una maggiore attenzione delle banche al credito alle famiglie, quale possibile area di attivita' che compensi le deboli prospettive di crescita dell'attivita' bancaria di finanziamento delle imprese. - Sul mercato comunitario le vendite di piastrelle italiane dovrebbero chiudere il 1996 con una riduzione del 2,5%. A fronte di una stabilita' o debole crescita dei diversi mercati, i risultati in Europa riflettono principalmente la caduta del mercato tedesco. L'attivita' edilizia in Germania quest'anno e' stata interessata da una significativa "caduta", che ha determinato una riduzione prossima al 5% degli acquisti di piastrelle. Dopo i forti guadagni di quote conquistati nel biennio 1993-1994, le piastrelle italiane sembrano avere difficolta' a mantenere le posizioni raggiunte. - Anche nel 1997 il mercato tedesco delle piastrelle registrera' una riduzione, scontando la necessita' di ritornare su livelli piu' equilibrati rispetto all'eccezionalita' del quinquennio 1990-1995, causata dalla forte domanda della ristrutturazione espressa dai laender dell'ex Germania dell'Est. La riduzione del mercato tedesco, a fronte di una leggera crescita degli altri mercati dell'Europa Occidentale, si riflettera' anche nel 1997 in una leggera flessione delle esportazioni italiane verso l'intero mercato comunitario. - Le prospettive migliori per i produttori italiani sono oggi rappresentate, come nel recente passato, dai mercati dell'Est. In questi paesi, infatti, il desiderio di migliorare la qualita' dell'abitare e' fortemente sentito anche se, la maggiore lentezza, rispetto alle dinamiche registrate nella Germania dell'Est, con cui stanno crescendo le disponibilita' economiche delle famiglie di quei paesi, stanno rallentando il processo di soddisfazione di questo bisogno. Cio' significa che non si possa concretizzare nei prossimi anni, portando a due cifre i tassi di crescita dei consumi di piastrelle. Le esportazioni italiane non potranno che beneficiare di tale situazione, compensando con tassi di crescita verso l'Europa Orientale la flessione del mercato comunitario. - E' necessario tuttavia tenere presente che il basso livello di reddito dei paesi dell'Est consentira' consumi significativi solo sui segmento di prodotto di basso prezzo, proprio quelli sui quali e' piu' pressante la concorrenza dei paesi a basso costo del lavoro (Spagna e Turchia ma anche gli stessi paesi dell'Est). Inoltre la solvibilita' degli operatori di questi paesi e' strutturalmente inferiore a quella degli operatori dei paesi comunitari. - Complessivamente le vendite totali del settore piastrelle sono previste crescere nel 1997 di circa il 2%. La produzione tuttavia risultera' in flessione, consentendo un riequilibrio tra livelli di vendita e livelli di produzione dopo che, l'eccesso di produzione degli ultimi anni ha portato le scorte a livelli "economicamente" pesanti. Nell'ipotesi, contenuta in questo Rapporto, di una competizione elevata ma comunque tale da consentire, anche nel prossimo futuro, politiche di prezzo coerenti con le dinamiche dei costi, dovrebbe mantenersi a livelli soddisfacenti anche nel 1997. - In presenza di prezzi di vendita non cedenti, infatti, la dinamica crescente dei costi non dovrebbe essere tale da determinare una rovinosa caduta della redditivita' della gestione, che dovrebbe risultare, nell'anno in corso, prossima al 6% e, quindi, non distante dai valori registrati all'inizio degli anni '90. - Se, dal punto di vista della situazione economico-finanziaria, la forte riduzione dei margini operativi e l'elemento di maggiore problematicita' nei prossimi mesi, esso, tuttavia potrebbe trovare parziale compensazione sia nella riduzione dei fabbisogni finanziari che nella diminuzione dei tassi d'interesse. Da questi dovra' derivare un netto miglioramento della gestione finanziaria che consentira' alle imprese di salvaguardare il loro saggio di reddito prevedibile, per il 1997, intorno all'8%, e quindi certamente inferiore ai livelli eccezionali dei periodi 87-89 e 93-95, ma superiore a quelli del biennio 1991 -92.
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