Congiuntura economica del settore ceramico
Modena Economica 28/2/97 pag.31
Negli ultimi mesi la situazione del settore e' stata meglio precisata. Molti respingono il concetto di crisi, ma e' certo che dopo alcuni anni di fortissima crescita, il settore ha di fronte una fase che richiede una profonda ristrutturazione. L'analisi presentata di recente presso la sede di Assopiastrelle dalla Societa' ceramica italiana aiuta ad interpretare la tendenza. Anzitutto gia' nel 1995 erano emersi segni di flessione. Nel settore produttivo molti costi erano aumentati: materie prime (anche a causa della svalutazione della lira) sia per impasto che per smalti, energia elettrica (soprattutto per i maggiori spessori da pressare con il gres porcellanato e per l'introduzione di impianti ecologici piu' costosi), ricambi, imballaggi. Mentre i prezzi di vendita rimanevano stabili, i costi di produzione, in particolare quelli generali, aumentavano. Sempre secondo l'analisi di Societa' ceramica italiana, l'esame dell'utile lordo piu' gli ammortamenti indicava che l'industria ceramica proseguiva il suo andamento ciclico: un picco e una crisi piu' o meno ogni otto anni. Nell'ultimo decennio pero' il picco e' stato piu' basso e la crisi meno grave. Per questo motivo e' stata avanzata - nell'incontro svoltosi ad Assopiastrelle - l'ipotesi che il settore sia ormai destinato alla maturita' (domanda in lento sviluppo). Di qui i timori che le spinte non siano piu' sufficienti per mantenere all'Italia la leadership mondiale. I dati sembrano confermarlo. La nostra quota nella produzione mondiale e' scesa al 20%, mentre pochi anni fa era ancora al 30%. I costi in vent'anni si sono dimezzati, ma se dal 1975 al 1985 sono scesi di 8 mila lire al metro quadro, nell'ultimo quinquennio si sono abbassati soltanto di 700 lire al metro quadro. Nello scorso gennaio sono cominciate a circolare alcune cifre sull'andamento del 1996. L'export sarebbe calato del 3% in quantita' e del 6% in valore. Il mercato interno non da segnali di ripresa ed ha fatto registrare (sempre secondo prime stime) un -3,4%. La produzione, a fine '96, dovrebbe toccare gli stessi livelli del 1995, ma sono cresciute notevolmente le scorte. Il Presidente di Assopiastrelle ha cosi tracciato il quadro della situazione. <>. Un dato positivo viene dalle esportazioni verso i paesi dell'Europa dell'Est che, sempre secondo prime stime, nei primi mesi del 1996 sono complessivamente aumentate del 50% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'analisi del nostro campione offre un quadro leggermente migliore rispetto alla diagnosi ora ricordata. Alcune imprese che non risentono molto della crisi segnalano ordini o in aumento modesto o costanti. Altre segnalano invece un calo sia nella produzione che negli ordini. I prezzi sono confermati in leggera diminuzione, soprattutto per quanto riguarda il mercato interno.
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