Ricchetti raddoppia il risultato '96 e studia acquisizioni in Est Europa

Il Sole 24 ore 26/2/97 pag. 31

MODENA - Soddisfazione per i risultati del 1996, brillanti nonostante la stagnazione dei settori ceramici. Delusione per l'andamento del titolo che a Piazza Affari si trova ancora al di sotto del prezzo di collocamento. Il debutto in Borsa e' avvenuto nel settembre dello scorso anno a 2.300 lire. Ieri ha toccato le 1.793 lire (+0,90%). E' questo il clima in cui il cda del Gruppo Ceramiche Ricchetti ha esaminato il preconsuntivo per il 1996. La societa' ha sede a Sassuolo (Modena) ed e' la prima azienda ceramica approdata a Piazza Affari. Nel 1996 l'utile netto del gruppo emiliano ha raggiunto i 9 miliardi, piu' del doppio rispetto ai risultati del 1995. Il margine operativo e' salito da 16,1 a 21 miliardi, il Roe e' lievitato dall'8 al 10 per cento, anche se il fatturato, dopo la ristrutturazione delle controllate estere, e' passato da 274,4 a 251,5 miliardi. L'indebitamento in un anno e' sceso da 81,3 a 51,8 miliardi. Il contenimento dell'esposizione e' stato ottenuto anche utilizzando a questo scopo i circa 20 miliardi di mezzi freschi incassati al momento della quotazione in Borsa. Il dividendo verra' deciso nel cda di marzo. "Il dividendo sara' di piena soddisfazione per chi ha investito nel nostro titolo - ha spiegato il presidente e amministratore delegato del gruppo emiliano, Renzo Arletti - Anche le previsioni per il prossimo futuro sono positive Abbiamo registrato in gennaio e febbraio incrementi di vendite pari a circa il 10 per cento. Nell'anno in corso gli oneri finanziari diminuiranno. Abbiamo completamente spesato nel 96 i costi di ristrutturazione delle aziende straniere del Nord Europa acquisite dal nostro gruppo nel 1995. L'utile e il Roe, dunque, conosceranno nel 1997 un ulteriore significativo incremento". Intanto il Gruppo Ceramiche Ricchetti continua la strategia di espansione all'estero. E' in dirittura di arrivo l'acquisizione di un'industria ceramica dell'Europa dell'Est. L'iniziativa potra' essere finanziata con mezzi propri. Si sta poi preparando il terreno per un passo piu' impegnativo. Nel mirino c'e' un'azienda operante negli Stati Uniti. In entrambi i casi l'obiettivo e' quello di acquisire, insieme alle unite produttive, la rete di concessionari che fanno capo alle due imprese.




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