Ceramica, grande freddo a Monaco
Il Resto del Carlino 14/1/97 pag.MO/6
Alla fiera tedesca brividi per il "made in Italy". La speranza sta nell' edilizia privata. La sfida
Spira un gelido vento fra i padiglioni del Centro Fieristico di Monaco di Baviera che da oggi, e fino a domenica 19, ospitano il piu' importante salone biennale internazionale (149.000 mq. di superficie con 1.500 espositori) dei materiali da costruzione, giunto alla sua dodicesima edizione. L'inaugurazione del «Bau '97», visto che siamo a meta' gennaio, e' all'insegna del freddo che caratterizza anche l'approccio dei tantissimi imprenditori della «piastrella valley» ad una rassegna, in terra straniera, che mai come quest'anno li mette a confronto con i colleghi produttori di Spagna, Portogallo, Turchia e Germania, per ricordare i piu' importanti. I brividi sulla schiena ai protagonisti del «made in Italy» derivano si' dall'inverno rigido della Baviera, ma soprattutto per le previsioni di mantenimento delle posizioni sul mercato tedesco (200 milioni di mq. di piastrelle vendute nel 1996). E' il primo in assoluto per l'industria ceramica italiana, caratterizzato da una economia dove e' in ripresa il Pil (+ 2% nel 3 trimestre '96), in crescita le esportazioni che fanno da traino alla produzione, ma si registra una saturazione del mercato edile e si registra pessimismo nel clima di fiducia delle famiglie dovuto alla limitata crescita dei salari (+1,5%). Due elementi,
quest'ultimi, che purtroppo hanno a che fare direttamente con le piastrelle. A tutto questo si aggiunga la fine degli incentivi fiscali relativi alle ristrutturazioni edilizie ed il completamento del ciclo di investimenti in edilizia, principalmente nel Lander dell'Est, per far dire agli analisti che nel 1997 il consumo delle piastrelle in Germania avra' un ulteriore calo del 2,8%, contrazione più limitata rispetto al consuntivo 1996 (-5,1%). Il realismo italiano, comunque, prende sempre il sopravvento nei confronti del pessimismo che determinano i dati statistici. L'attenzione della maggioranza dei 224 espositori del «made in Italy» e' andata quindi verso precisi target del mercato tedesco: la
ristrutturazione, residenziale e non, e l'edilizia non residenziale privata. E' sul settore industriale e commerciale privato che l'industria italiana delle piastrelle pone la sua sfida, nonostante un trend negativo nei valori (-0,4% nel 1997, ma in miglioramento rispetto al 5% del '96), contando sulla qualita' e varieta' del prodotto e cercando di individuare quelle offerte di materiali finalizzate alle specifiche nicchie di mercato piu' dinamiche, cosi' come la fidelizzazione del sistema distributivo tedesco su variabili «non price». Per capire l'attenzione con la quale i produttori della «piastrella valley» affrontano il «Bau '97» va detto che solo in mattinata alcuni stand sono stati terminati, a testimonianza di come nei laboratori di ricerca di Sassuolo e dintorni sia sia studiato e lavorato fino alla fine per come soddisfare al meglio il gusto del consumatore tedesco. L'auspicio e' che nonostante tutto, trascorsi
questi sei giorni, torni un po' di caldo e si torni a Sassuolo con un po' di ottimismo in piu'.
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