Perche' non decolliamo
Il Resto del Carlino 12/1/97 pag.MO/7
Zannoni: per anni abbiamo solo palato, fatto progetti, disegni...
Non mancano certamente i contributi al dibattito attivato dal nostro giornale che ha come tema quello di «Sassuolo Cenerentola». Dopo un primo intervento di Antonio Camellini, Presidente della Camera di Commercio, seguito da Francesco Biagini, Presidente provinciale della Confartigianato Lapam - Licom e di Gaetano Orlandi Vicepresidente Provinciale dell'Unione Cooperative, oggi sentiamo il parere di Oscar Zannoni, Presidente di Assopiastrelle. Presidente, ha mai trovato una risposta a questa penalizzante situazione infrastrutturale del comprensorio ceramico?
"Che Sassuolo e, piu' in generale, l'intero Comprensorio della ceramica siano sempre stati penalizzati a livello infrastrutturale e' un fatto innegabile e quasi incomprensibile». Le risultano altre analoghe condizioni in Italia?
«Sl, non ultima l'area del Nord Est, ma credo che il nostro caso sia veramente eclatante. Noi viviamo, nostro malgrado, l'assurda contraddizione di una realta' leader dal punto di vista economico e produttivo, ricca di un preziosissimo patrimonio di persone, idee, iniziative, ma al tempo stesso totalmente priva di strutture in infrastrutture adeguate».
E se la «piastrella valley» fosse oltre frontiera?
«All'estero una realta' cosi' sarebbe considerata un fiore all'occhiello, sarebbe «servita e riverita» di tutto cio' di cui
un distretto moderno necessita, dalle strade alle scuole, alle strutture sanitarie. Sassuolo invece, che si trova proprio
nel cuore del modello emiliano, un modello noto per la sua efficienza, vive da sempre questa dualitą'».
Le responsabilita' di chi sono?
«L'esame di coscienza credo spetti prima di tutto alle Amministrazioni pubbliche passate, a quelle locali e a quelle regionali. Spetta forse anche a noi imprenditori che, nonostante i tanti tentativi, non abbiamo saputo farci capire».
Le competenze, comunque, sono diverse....
«Ad ognuno spetta il proprio compito e le proprie responsabilita': agli imprenditori quello di produrre, di creare ricchezza e lavoro - e mi sembra che nessuno possa negare che abbiamo saputo farlo - agli amministratori quello di governare, gestire, rispondere alle esigenze del territorio e della collettivita' che lo vive. Competenze diverse che non possono pero' rimanere ingessate nei loro confini istituzionali, ma devono comunicare, dialogare, collaborare».
Perche' non e' stato possibile evitare che il comprensorio ceramico arrivasse al limite del collasso?
«Forse in passato abbiamo creduto di comunicare, in realta' si e' solo parlato, parlato tanto, senza che nessuno ascoltasse davvero. Si sono fatti progetti, studi, piani, disegni, ma sempre e solo su carta. Adesso, pero', e' ora di passare ai fatti. E' il momento di fare».
Si puo' essere ancora ottimisti?
«Negli ultimi tempi, devo ammettere, qualcosa sta cambiando. Qualche piccolo segnale comincia effettivamente ad intravedersi. Mi auguro che non si tratti solo di sensazioni».
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