"Non esiste solo la ceramica". La CNA invita alla diversificazione.
L'Unita' 12/1/97 pag.11
«Diversificare le attivita' occupazionali». Questa, secondo la Cna di Sassuolo, la soluzione, almeno parziale, alla
crisi che ha colpito la produzione artigiana a piastrella valley. Le piccole ditte della nostra zona, lavorando quasi
esclusivamente per le aziende ceramiche, rischiano di soffocare ogni qual volta si verifica una scossa nel settore.
«Bisogna aprirsi a nuove forme di collaborazione lavorativa - ha dichiarato il presidente della Cna Cesare Gavioli - come ad esempio l'introduzione dell'automazione in settori oggi poco seguiti. Se per tanti anni si e' stati in grado di agevolare il lavoro della industria ceramica con l'apporto di macchinari sempre più precisi, cio' si puo' trasferire anche ad altre aree di investimento. Sarebbe importante dirigere l'attenzione e la collaborazione verso altri settori quali ad esempio la zootecnia, l'alimentazione o l'agricoltura». Diversificarsi, insomma, per non morire. Importante, sempre secondo Cesare Gavioli, sarebbe l'organizzare «una ricerca statistica che porti all'acquisizione precisa di dati sulle possibilita' occupazionali presenti sul nostro territorio. Per questo - ha dichiarato il presidente della Cna - sarebbe auspicabile l'aiuto delle camere di commercio e di tutti coloro che come istituzioni e associazioni sono coinvolti
nella gestione di questo settore». Si tratta dunque di cercare strade diverse per avere un equilibrio economico. Nella situazione attuale la nostra zona ha infatti una economia sbilanciata dipendente dai corsi ascendenti e discendenti della produzione ceramica. I grandi problemi dell'ultimo periodo sono dovuti ad una produzione eccessiva in un periodo di recessione. Con la legge Tremonti gli industriali sono stati infatti portati ad una super produzione, concentrata pero' entro i confini temporali dei termini della legge. Quando una grande azienda entra in un periodo difficile, coinvolge
numerosissime altre aziende dell'indotto. Il caso che si e' verificato con la crisi Nassetti, che ha portato sull'orlo della chiusura diverse aziende, deve insegnare qualcosa. Le nostre aziende - prosegue Cesare Gavioli - sono esposte moltissimo avendo gia' pagato tasse e stipendi su pagamenti che non sono mai stati eseguiti». Oltre all'artigianato di produzione, che vive questi problemi, esiste poi il settore degli artigiani di servizio. I parrucchieri, le lavanderie, e le tante altre attivita' che della forte crisi nazionale hanno risentito fortemente. E' molto inferiore agli anni scorsi l'utilizzo di questi servizi, essendo calata la disponibilita' economica d'intere fasce di reddito.
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