Nuovi mercati sul Danubio

Il Resto del Carlino 27/09/96 pag.MO/8

CERSAIE / IN FIERA SARANNO PRESENTI OPERATORI IN ARRIVO DA BUDAPEST, VARSAVIA E PRAGA


Un occhio di riguardo ai Paesi dell'Europa centrale, attraversati dal Danubio. Sara' uno dei fili conduttori della
prossima edizione del Cersaie che si svolgera' dal 1 al 6 ottobre prossimi. Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria e Slovenia, la cosiddetta area danubiana, sono mercati che si stanno aprendo, pur in presenza di un processo di transizione verso l'economia di mercato che avviene con azioni e reazioni, accelerazioni e crisi improwise. " Sara' un'edizione del Cersaie innovativa sotto l'aspetto organizzativo e d'immagine. Si presentera' con una particolare facciata, vale a dire`quella che sara' l'Europa dei Ventuno, vale a dire con i cinque paesi dell'area danubiana". La conferma autorevole e' di Antonio Camellini, presidente della commissione ambiente di Assopiastrelle e presidente della Camera di Commercio di Modena. " E' stata attivata - spiega Camellini - un'azione promozionale verso questi paesi che giustamente sono considerati i nuovi mercati dell'Europa di domani". Sono stati approntati pacchetti
promozionali per gli operatori che arriveranno da Budapest, Varsavia, Praga e dagli altri centri dell'Est europeo: tariffe agevolate, comprensive del volo aereo del soggiorno a Rimini e dei trasferimenti ferroviari diretti con la fiera. "Abbiamo compiuto uno sforzo perche'‚ e' chiaro che se vogliamo mantenere le attuali posizioni sul mercato mondiale, se intendiamo garantire l'attuale andamento occupazionale con il 6-6,5% fisiologico di disoccupazione, dobbiamo impegnarci tutti, e non solo gli industriali della ceramica, a cercare nuovi mercati. Solamente se si vende di piu'-
sostiene Antonio Camellini - e si riesce a piazzare il proprio prodotto si puo' continuare a produrre e far lavorare. In caso contrario calano le commesse e di conse- guenza l'occupazione". Indubbiamente non mancano le perplessita' guardando all'Est europeo, anche se nel 1995 i risultati sono stati da record: esportate piastrelle per 203 miliardi di lire con un +42,3% rispetto al 1994. Dopo i primi approcci diverse aziende hanno riscontrato difficolta' nell'orientarsi in una riforma economica in continua evoluzione nella quale si fa ricorso a concetti per gli italiani consolidati (come mercato dei capitali, societa' per azioni) ma i cui contorni non sono ancora ben definiti. Obiettivi a lungo termine quindi, mantenendo quella necessaria flessibilita' e la capacita' di rispondere con rapidita' ai mutamenti. Le prospettive
di di esportare grossi quantitativi di piastrelle "made in Italy" verso l'area danubiana ci sono tutte. Non saranno materiali di alto costi, ma confacenti alle possibilita' economiche locali. E al prossimo Cersaie non mancheranno adeguate proposte da parte delle aziende del settore. Piu' in generale nella prima settimana d'ottobre, a Bologna, le tendenze interesseranno, in generale, una accresciuta attenzione per i pavimenti lavorati. Emergera' il porcellanato con le trasfonmazioni piu' disparate, cosi' come il marmo lavorato anticato e non presentato sotto fonma di "greche", rosoni,
finiture miste alla ceramica. Entrare negli stand del Cersaie sembrera' di mettere piede negli antichi saloni dei palazzi nobiliari visto che la stragrande maggioranza delle aziende ceramiche proporra' queste soluzioni.




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